TRAKL
Georg Trakl nasce il 3 febbraio 1887 a Salisburgo, figlio di un commerciante luterano. Ha un’infanzia serena ricca di lettera e musica ; suona infatti il pianoforte. Si lega particolarmente alla sorella minore, Grete, nata nel 1891, con la quale avrà un rapporto incestuoso che segnerà drammaticamente la loro vita.
Intorno al 1897, dopo essere stato bocciato al ginnasio, lascia gli studi per lavorare come apprendista presso una farmacia, dove verrà a contatto e prenderà abitudine alle droghe. Risalgono inoltre a questo periodo i primi esperimenti letterari. Entra infatti nel circolo poetico Apollo,scrive recensioni sul giornale locale e fa rappresentare senza successo due drammi, Giorno dei morti e Fata Morgan,a e una tragedia, La morte di don Giovanni. La sua prima poesia, canto del mattino, risale al 1908.
Nel frattempo riesce a finire gli studi ginnasiali per potersi iscrivere all’università di Vienna e frequentare il corso di farmacia. Nel 1910, uscito dall’università, inizia il servizio militare in sanità per un anno.
Durante il corso della sua vita mostra un’incapacità a mantenere un lavoro stabile; ottiene, ad esempio, un impiego a Vienna nel Ministero dei Lavori Pubblici ma si licenzia dopo solo due ore e torna a Salisburgo. Inoltre la sua dipendenza dalle droghe e dall’alcool lo porta spesso a crisi depressive.
Andato a Berlino a trovare la sorella Grete che, sposata ma separatasi molto presto, ricoverata in ospedale per un aborto, viene richiamato in Austria allo scoppio della guerra, dove presterà servizio come ufficiale di sanità nella battaglia di Grodek, in Galizi e Bucovina per affrontare le truppe russe. Qui fa esperienza della guerra in quanto deve assistere da solo e senza medicine più di 90 feriti gravi. Traumatizzato dall’esperienza tenta alcuni giorni dopo il suicidio ma viene salvato e ricoverato nell'ospedale psichiatrico di Cracovia il 7 ottobre 1914 dove, alla fine del mese, stende il proprio testamento lasciando alla sorella una grande somma di denaro da poco ricevuta da Wittgenstein. Muore successivamente il 3 novembre per overdose di cocaina. Il suo corpo ora è sepolto nel cimitero di Muhlau, Innsbruck.
POESIA SUL FRONTE ORIENTALE:
Ai selvaggi organi della tempesta invernale
somiglia del popolo l’ oscura collera,
la purpurea onda della battaglia,
di stelle sfrondate.
Con cigli infranti, argentee braccia
fa cenno ai soldati morenti la notte.
Nell’ ombra autunnale frassino
sospirano gli spiriti degli abbattuti
Sterpaglia spinosa cinge la città.
Da sanguinanti gradini discaccia la luna
le atterrite donne.
Selvaggi lupi irruppero attraverso la porta.
La poesia può essere divisa in tre nuclei riguardanti le tre fasi che l’ autore stesso attraversa durante la guerra:
la prima parte si riferisce alla furia del combattimento;
si passa poi alla descrizione degli “spiriti degli abbattuti”, ovvero i feriti e i morti;
per finire con la devastazione che arriva anche ai civili, sotto forma di “selvaggi lupi”.
L’ultima poesia scritta da Trakl fu “Grodek”, il titolo si riferisce all’omonima battaglia che fece parte della battaglia di Galizia che vide lo scontro tra l’esercito russo e l’esercito austro-ungarico e venne vinta dai russi.
Questa poesia insieme a “Lamento” venne scritta mentre si trovava all’ospedale psichiatrico di Cracovia, in cui era stato portato dopo il suo tentativo di suicidio e dove morirà il 3 novembre 1914 per un’overdose di cocaina.
LAMENTO
Sonno e morte, le cupe aquile
sussurrano la notte, intorno al mio capo:
che dell’uomo l’aurea immagine
sommerga la gelida onda
dell’eternità? Ai paurosi scogli
schiantasi il coro purpureo.
E lamenta la cupa voce
sopra il mare.
Sorella di tempestosa tristezza
guarda: un impaurito battello affonda
dinnanzi a stelle,
al muto volto della notte.
Lamento rappresenta per Trakl una sorta di commiato dalla vita. Essa racconta di un battello che naufraga e affonda sotto una volta celeste, immerso nel silenzio della notte. In questa atmosfera malinconica Trakl sembra alla ricerca di una perduta armonia o un’impossibile innocenza, cercando fino all’ultimo ciò che c’è stato di bene e di male nella sua vita, cosciente del proprio naufragio.
La poesia si apre con cupi versi che rappresentano incubi e sono la personificazione del sonno e della notte. Altra visione d’orrore e paura è rappresentata dalla “gelida onda” che raffigura la morte che investe l’uomo, considerato come una visione dorata.
Il naufragio è visto come un sacrificio espiatorio per la sua colpa inconfessabile, quell’amore incestuoso con la sorella Grete, richiamata anch’essa nel testo, o un evento inatteso e straziante (profetico annuncio della sua stessa fine).
Il battello che affonda e la sorella che guarda sono accomunati dalla totale solitudine, dalla nostalgia per un mondo armonioso dal quale si sentono respinti, dalla consapevolezza della colpa impronunciabile, ma tuttavia anche dalla segreta fierezza per un sentimento vissuto coraggiosamente, senza ipocrisie.
GRODEK
La sera risuonano i boschi autunnali
di armi mortali, le dorate pianure
e gli azzurri laghi e in alto il sole
più cupo precipita il corso; avvolge la notte
guerrieri morenti, il selvaggio lamento
delle lor bocche infrante.
Ma silenziosa raccogliesi nel saliceto
rossa nuvola, dove un dio furente dimora,
Il sangue versato, lunare frescura;
tutte le strade sboccano in nera putredine.
Sotto i rami dorati della notte e di stelle
oscilla l’ombra della sorella per la selva che tace
a salutare gli spiriti degli eroi, i sanguinanti capi;
e sommessi risuonano ne canneto gli oscuri flauti dell’autunno.
O più fiero lutto! Voi bronzei altari,
l’ardente fiamma dello spirito nutre oggi un possente dolore,
i nipoti non nati.
La poesia inizia descrivendo la scena dopo un giorno di battaglia, a piacevoli immagini del paesaggio e della natura sono affiancati gli effetti della guerra, ovvero i corpi dei soldati, il cui sangue scorre e si raccoglia in nera putredine, l’unico risultato della guerra.
Ora quello descritto è un paesaggio sereno in cui la figura della sorella saluta gli spiriti degli eroi facendogli trovare la pace.
Infine conclude ricordando che le vittime non sono solo i soldati caduti, le ripercussioni della guerra sono anche altre, qui indicate come i “nipoti non nati”, ovvero vite che non potranno mai nascere.
Georg Trakl nasce il 3 febbraio 1887 a Salisburgo, figlio di un commerciante luterano. Ha un’infanzia serena ricca di lettera e musica ; suona infatti il pianoforte. Si lega particolarmente alla sorella minore, Grete, nata nel 1891, con la quale avrà un rapporto incestuoso che segnerà drammaticamente la loro vita.
Intorno al 1897, dopo essere stato bocciato al ginnasio, lascia gli studi per lavorare come apprendista presso una farmacia, dove verrà a contatto e prenderà abitudine alle droghe. Risalgono inoltre a questo periodo i primi esperimenti letterari. Entra infatti nel circolo poetico Apollo,scrive recensioni sul giornale locale e fa rappresentare senza successo due drammi, Giorno dei morti e Fata Morgan,a e una tragedia, La morte di don Giovanni. La sua prima poesia, canto del mattino, risale al 1908.
Nel frattempo riesce a finire gli studi ginnasiali per potersi iscrivere all’università di Vienna e frequentare il corso di farmacia. Nel 1910, uscito dall’università, inizia il servizio militare in sanità per un anno.
Durante il corso della sua vita mostra un’incapacità a mantenere un lavoro stabile; ottiene, ad esempio, un impiego a Vienna nel Ministero dei Lavori Pubblici ma si licenzia dopo solo due ore e torna a Salisburgo. Inoltre la sua dipendenza dalle droghe e dall’alcool lo porta spesso a crisi depressive.
Andato a Berlino a trovare la sorella Grete che, sposata ma separatasi molto presto, ricoverata in ospedale per un aborto, viene richiamato in Austria allo scoppio della guerra, dove presterà servizio come ufficiale di sanità nella battaglia di Grodek, in Galizi e Bucovina per affrontare le truppe russe. Qui fa esperienza della guerra in quanto deve assistere da solo e senza medicine più di 90 feriti gravi. Traumatizzato dall’esperienza tenta alcuni giorni dopo il suicidio ma viene salvato e ricoverato nell'ospedale psichiatrico di Cracovia il 7 ottobre 1914 dove, alla fine del mese, stende il proprio testamento lasciando alla sorella una grande somma di denaro da poco ricevuta da Wittgenstein. Muore successivamente il 3 novembre per overdose di cocaina. Il suo corpo ora è sepolto nel cimitero di Muhlau, Innsbruck.
POESIA SUL FRONTE ORIENTALE:
Ai selvaggi organi della tempesta invernale
somiglia del popolo l’ oscura collera,
la purpurea onda della battaglia,
di stelle sfrondate.
Con cigli infranti, argentee braccia
fa cenno ai soldati morenti la notte.
Nell’ ombra autunnale frassino
sospirano gli spiriti degli abbattuti
Sterpaglia spinosa cinge la città.
Da sanguinanti gradini discaccia la luna
le atterrite donne.
Selvaggi lupi irruppero attraverso la porta.
La poesia può essere divisa in tre nuclei riguardanti le tre fasi che l’ autore stesso attraversa durante la guerra:
la prima parte si riferisce alla furia del combattimento;
si passa poi alla descrizione degli “spiriti degli abbattuti”, ovvero i feriti e i morti;
per finire con la devastazione che arriva anche ai civili, sotto forma di “selvaggi lupi”.
L’ultima poesia scritta da Trakl fu “Grodek”, il titolo si riferisce all’omonima battaglia che fece parte della battaglia di Galizia che vide lo scontro tra l’esercito russo e l’esercito austro-ungarico e venne vinta dai russi.
Questa poesia insieme a “Lamento” venne scritta mentre si trovava all’ospedale psichiatrico di Cracovia, in cui era stato portato dopo il suo tentativo di suicidio e dove morirà il 3 novembre 1914 per un’overdose di cocaina.
LAMENTO
Sonno e morte, le cupe aquile
sussurrano la notte, intorno al mio capo:
che dell’uomo l’aurea immagine
sommerga la gelida onda
dell’eternità? Ai paurosi scogli
schiantasi il coro purpureo.
E lamenta la cupa voce
sopra il mare.
Sorella di tempestosa tristezza
guarda: un impaurito battello affonda
dinnanzi a stelle,
al muto volto della notte.
Lamento rappresenta per Trakl una sorta di commiato dalla vita. Essa racconta di un battello che naufraga e affonda sotto una volta celeste, immerso nel silenzio della notte. In questa atmosfera malinconica Trakl sembra alla ricerca di una perduta armonia o un’impossibile innocenza, cercando fino all’ultimo ciò che c’è stato di bene e di male nella sua vita, cosciente del proprio naufragio.
La poesia si apre con cupi versi che rappresentano incubi e sono la personificazione del sonno e della notte. Altra visione d’orrore e paura è rappresentata dalla “gelida onda” che raffigura la morte che investe l’uomo, considerato come una visione dorata.
Il naufragio è visto come un sacrificio espiatorio per la sua colpa inconfessabile, quell’amore incestuoso con la sorella Grete, richiamata anch’essa nel testo, o un evento inatteso e straziante (profetico annuncio della sua stessa fine).
Il battello che affonda e la sorella che guarda sono accomunati dalla totale solitudine, dalla nostalgia per un mondo armonioso dal quale si sentono respinti, dalla consapevolezza della colpa impronunciabile, ma tuttavia anche dalla segreta fierezza per un sentimento vissuto coraggiosamente, senza ipocrisie.
GRODEK
La sera risuonano i boschi autunnali
di armi mortali, le dorate pianure
e gli azzurri laghi e in alto il sole
più cupo precipita il corso; avvolge la notte
guerrieri morenti, il selvaggio lamento
delle lor bocche infrante.
Ma silenziosa raccogliesi nel saliceto
rossa nuvola, dove un dio furente dimora,
Il sangue versato, lunare frescura;
tutte le strade sboccano in nera putredine.
Sotto i rami dorati della notte e di stelle
oscilla l’ombra della sorella per la selva che tace
a salutare gli spiriti degli eroi, i sanguinanti capi;
e sommessi risuonano ne canneto gli oscuri flauti dell’autunno.
O più fiero lutto! Voi bronzei altari,
l’ardente fiamma dello spirito nutre oggi un possente dolore,
i nipoti non nati.
La poesia inizia descrivendo la scena dopo un giorno di battaglia, a piacevoli immagini del paesaggio e della natura sono affiancati gli effetti della guerra, ovvero i corpi dei soldati, il cui sangue scorre e si raccoglia in nera putredine, l’unico risultato della guerra.
Ora quello descritto è un paesaggio sereno in cui la figura della sorella saluta gli spiriti degli eroi facendogli trovare la pace.
Infine conclude ricordando che le vittime non sono solo i soldati caduti, le ripercussioni della guerra sono anche altre, qui indicate come i “nipoti non nati”, ovvero vite che non potranno mai nascere.