LA MUSICA ALTA
Nel periodo che vede l’intera popolazione mondiale coinvolta nel primo conflitto intercontinentale le arti, la letteratura e la cultura più in generale subiscono importanti influenze.
Per quanto riguarda la musica alta (la musica colta e da opera, concettuale), del primo periodo bellico del Novecento, vediamo nascere l’Espressionismo.
Questo movimento culturale europeo nacque verso la fine dell’Ottocento e gli inizi del XX secolo dalla necessità di ogni artista di comunicare ed esprimere la propria interiorità. In musica ciò è tradotto in una grande attenzione ai timbri dei singoli strumenti e all’adozione di nuove tecniche stilistiche per quanto riguarda la metrica, e il superamento della tonalità.
Con tonalità si intende l’insieme dei principi che regolano note o accordi in una composizione musicale. Fino alla fine del XIX secolo venivano utilizzate scale diatoniche, ovvero composte da cinque toni e due semitoni, ognuna caratterizzata da tre note: tonica (1), caratteristica (3) e dominante (5).
Le principali innovazioni furono:
● Politonalismo: uso contemporaneo di più tonalità in uno stesso brano musicale; fu introdotto dal compositore russo Igor Stravinskij.
● Atonalità: assenza di schemi di tonalità.
● Dodecafonia: serie di dodici note prive di uno schema gerarchico (assenza di accordi maggiori o minori) ripetute secondo una serie che impedisce la ripetizione di una nota prima dell’esecuzione delle altre.
La Dodecafonia in particolare rappresentò una grande novità ideata e utilizzata dal compositore austriaco Arnold Schönberg. Un esempio di brani composti in dodecafonia sono le “variazioni per orchestra” e “Die eiserne brigade” dove è possibile ascoltare una ricca gamma di note, che talvolta possono sembrare dissonanti, ma in realtà in totale accordo con la scala adottata dal compositore per ciascun brano.
Schönberg partecipò in prima persona al primo conflitto mondiale e al termine del suo mandato consegnò al suo generale un’opera da lui scritta durante il servizio militare “Die eiserne brigade” (tradotto “L’armata di ferro”), composizione per pianoforte e archi dove i motivi non sono cupi o tipici di una marcia militare con ritmi ben marcati e decisi bensì leggeri, allegri. Egli fece ciò in segno di protesta contro la guerra e i suoi orrori di cui era stato spettatore.
Un altro maestro della musica alta internazionale che operò in questo periodo fu Claude Debussy. Egli fu uno dei più grandi compositori e pianisti francesi, caratterizzato da uno stile sobrio; nelle sue composizioni utilizzò scale esatonali, dove viene scardinato completamente il rapporto tra toni e semitoni della scala diatonica, preferendo invece una scala composta da intervalli identici.
Nel 1915 in seguitto all’invasione tedesca in Francia, Debussy compose “Noël des enfants qui n'ont plus de maison” (tradotto “Natale dei bambini che non hanno più casa”), una canzone contro la guerra caratterizzata da un testo amareggiato, che descrive la tragica situazione dei bambini durante la guerra: in particolare viene espressa una richiesta di giustizia e risarcimento per i danni inflitti dai tedeschi ai giovani francesi.
Il brano fu pensato appositamente per un coro di bambini, espediente che doveva rendere ancora più toccante la rappresentazione dell’opera.
La musica ha un ritmo incalzante, veloce, gli ottavi del pianoforte sono caratterizzati da uno staccato forte e vengono mantenuti come sottofondo costante per tutta la durata del brano.
Per quanto riguarda l’uso della politonalità Igor Stravinskij, celebre compositore di origine russa (naturalizzato poi in Francia), fu un grande fruitore di questa novità musicale.
Le sue composizioni sono caratterizzate da un uso di diversi stili con cui è entrato in contatto nell’arco della propria vita: dalla musica di influenza russa, al jazz fino all’Espressionismo musicale.
Nel 1918 Stravinskij pubblicò l’opera da camera “Histoire du soldat” (tradotto “Storia di un soldato”) composta da un intreccio teatrale ispirato a fiabe popolari russe diviso in otto movimenti.
Si narra di un soldato che al termine del proprio mandato percorre la strada per tornare a casa e lungo il suo cammino viene fermato e convinto dal diavolo a barattare il proprio violino con potere e ricchezza.
Anche se l’ambientazione e le situazioni descritte presentano un carattere tipicamente russo, i sentimenti espressi e la morale che se ne trae consentono un’interpretazione universale che è possibile riferire a diversi momenti storici ugualmente caratterizzati dalla guerra e quindi anche alla Grande Guerra.
Il contatto del soldato col diavolo è identificato con la partenza verso le morte fisica o spirituale: l’esperienza al fronte priva l’essere umano di sentimenti e per il lungo tempo trascorso lontano dalla patria il ricordo del soldato in amici e parenti sembra essere svanito. Il soldato viaggia col diavolo: gli sembrano passato tre giorni e invece sono trascorsi tre anni e quando ritorna al villaggio nessuno lo riconosce.
Per quanto riguarda la parte musicata, i motivi sono frammentari per il ritmo incisivo e continuamente mutevole caratterizzato da continui cambi di tempo, accostamenti di cellule ritmiche differenti, spostamenti degli accenti, ritmi sincopati e interventi in levare degli strumenti. Ad incrementare ulteriormente il “disordine” formale dell’opera è l’utilizzo della politonalità che crea numerose dissonanze durante l’esecuzione del brano.
E’ possibile associare i diversi strumenti ai personaggi dell’opera: il Diavolo, allegoria della guerra è rappresentato dalle percussioni, l’anima del soldato è invece rappresentata dal violino, unico strumento presente in tutta l’opera.
Nel periodo che vede l’intera popolazione mondiale coinvolta nel primo conflitto intercontinentale le arti, la letteratura e la cultura più in generale subiscono importanti influenze.
Per quanto riguarda la musica alta (la musica colta e da opera, concettuale), del primo periodo bellico del Novecento, vediamo nascere l’Espressionismo.
Questo movimento culturale europeo nacque verso la fine dell’Ottocento e gli inizi del XX secolo dalla necessità di ogni artista di comunicare ed esprimere la propria interiorità. In musica ciò è tradotto in una grande attenzione ai timbri dei singoli strumenti e all’adozione di nuove tecniche stilistiche per quanto riguarda la metrica, e il superamento della tonalità.
Con tonalità si intende l’insieme dei principi che regolano note o accordi in una composizione musicale. Fino alla fine del XIX secolo venivano utilizzate scale diatoniche, ovvero composte da cinque toni e due semitoni, ognuna caratterizzata da tre note: tonica (1), caratteristica (3) e dominante (5).
Le principali innovazioni furono:
● Politonalismo: uso contemporaneo di più tonalità in uno stesso brano musicale; fu introdotto dal compositore russo Igor Stravinskij.
● Atonalità: assenza di schemi di tonalità.
● Dodecafonia: serie di dodici note prive di uno schema gerarchico (assenza di accordi maggiori o minori) ripetute secondo una serie che impedisce la ripetizione di una nota prima dell’esecuzione delle altre.
La Dodecafonia in particolare rappresentò una grande novità ideata e utilizzata dal compositore austriaco Arnold Schönberg. Un esempio di brani composti in dodecafonia sono le “variazioni per orchestra” e “Die eiserne brigade” dove è possibile ascoltare una ricca gamma di note, che talvolta possono sembrare dissonanti, ma in realtà in totale accordo con la scala adottata dal compositore per ciascun brano.
Schönberg partecipò in prima persona al primo conflitto mondiale e al termine del suo mandato consegnò al suo generale un’opera da lui scritta durante il servizio militare “Die eiserne brigade” (tradotto “L’armata di ferro”), composizione per pianoforte e archi dove i motivi non sono cupi o tipici di una marcia militare con ritmi ben marcati e decisi bensì leggeri, allegri. Egli fece ciò in segno di protesta contro la guerra e i suoi orrori di cui era stato spettatore.
Un altro maestro della musica alta internazionale che operò in questo periodo fu Claude Debussy. Egli fu uno dei più grandi compositori e pianisti francesi, caratterizzato da uno stile sobrio; nelle sue composizioni utilizzò scale esatonali, dove viene scardinato completamente il rapporto tra toni e semitoni della scala diatonica, preferendo invece una scala composta da intervalli identici.
Nel 1915 in seguitto all’invasione tedesca in Francia, Debussy compose “Noël des enfants qui n'ont plus de maison” (tradotto “Natale dei bambini che non hanno più casa”), una canzone contro la guerra caratterizzata da un testo amareggiato, che descrive la tragica situazione dei bambini durante la guerra: in particolare viene espressa una richiesta di giustizia e risarcimento per i danni inflitti dai tedeschi ai giovani francesi.
Il brano fu pensato appositamente per un coro di bambini, espediente che doveva rendere ancora più toccante la rappresentazione dell’opera.
La musica ha un ritmo incalzante, veloce, gli ottavi del pianoforte sono caratterizzati da uno staccato forte e vengono mantenuti come sottofondo costante per tutta la durata del brano.
Per quanto riguarda l’uso della politonalità Igor Stravinskij, celebre compositore di origine russa (naturalizzato poi in Francia), fu un grande fruitore di questa novità musicale.
Le sue composizioni sono caratterizzate da un uso di diversi stili con cui è entrato in contatto nell’arco della propria vita: dalla musica di influenza russa, al jazz fino all’Espressionismo musicale.
Nel 1918 Stravinskij pubblicò l’opera da camera “Histoire du soldat” (tradotto “Storia di un soldato”) composta da un intreccio teatrale ispirato a fiabe popolari russe diviso in otto movimenti.
Si narra di un soldato che al termine del proprio mandato percorre la strada per tornare a casa e lungo il suo cammino viene fermato e convinto dal diavolo a barattare il proprio violino con potere e ricchezza.
Anche se l’ambientazione e le situazioni descritte presentano un carattere tipicamente russo, i sentimenti espressi e la morale che se ne trae consentono un’interpretazione universale che è possibile riferire a diversi momenti storici ugualmente caratterizzati dalla guerra e quindi anche alla Grande Guerra.
Il contatto del soldato col diavolo è identificato con la partenza verso le morte fisica o spirituale: l’esperienza al fronte priva l’essere umano di sentimenti e per il lungo tempo trascorso lontano dalla patria il ricordo del soldato in amici e parenti sembra essere svanito. Il soldato viaggia col diavolo: gli sembrano passato tre giorni e invece sono trascorsi tre anni e quando ritorna al villaggio nessuno lo riconosce.
Per quanto riguarda la parte musicata, i motivi sono frammentari per il ritmo incisivo e continuamente mutevole caratterizzato da continui cambi di tempo, accostamenti di cellule ritmiche differenti, spostamenti degli accenti, ritmi sincopati e interventi in levare degli strumenti. Ad incrementare ulteriormente il “disordine” formale dell’opera è l’utilizzo della politonalità che crea numerose dissonanze durante l’esecuzione del brano.
E’ possibile associare i diversi strumenti ai personaggi dell’opera: il Diavolo, allegoria della guerra è rappresentato dalle percussioni, l’anima del soldato è invece rappresentata dal violino, unico strumento presente in tutta l’opera.